La nidificazione della tartaruga Caretta caretta a Campo nell’Elba
27 Luglio 2018Elba
6 Dicembre 2021Nel 1955 l’isola d’Elba è una meta turistica dove approdano pochi fortunati o con yacht privati o con piroscafi per godersi indisturbati la natura e il mare. Un giovane imprenditore e artista milanese, l’Ingegner Mario Camerini, passeggiando sulla spiaggia deserta di Procchio si imbatte nel piccolo e caratteristico ristorante Il Gabbiano del quale si innamora. Decide così di rilevarlo e di costruirci un hotel di lusso per una clientela scelta.
Per citare alcuni tra i nomi più illustri che vi soggiornano in quegli anni ricordiamo lo scrittore Salvatore Quasimodo, il ciclista Fausto Coppi e l’artista Lucio Fontana, ospiti fissi dell’Hotel del Golfo.
Quando nel 1956 Lucio Fontana¹ decora la sala da pranzo dell’hotel con il suo Soffitto spaziale² di 150 metri quadri, certamente è il primo artista importante al quale viene commissionata un’opera d’arte in una struttura alberghiera. Il Soffitto, uno dei pochissimi ancora conservati tra quelli realizzati dal grande artista è un vero e proprio capolavoro che proietta nell’ambiente e nel rapporto con l’architettura la concezione fondamentale dello Spazialismo.
L’Ingegner Mario Camerini è da considerarsi un pioniere per aver portato, per la prima volta, l’Arte all’interno di una struttura alberghiera, dimostrando lungimiranza imprenditoriale e dando vita sull’Isola ad una vera “rivoluzione”.
Nel 2005, dopo un complesso lavoro di consolidamento, l’affresco viene “rimosso”³ con una speciale tecnica utilizzata per garantire la sua integrità e salvaguardia. Oggi è possibile ammirarlo presso il “Museo del Novecento” a Milano, che domina le guglie del Duomo, dove è divenuto l’ideale basamento della sovrastante Sala Fontana, con i Concetti spaziali degli anni ’50, un contesto unico per un’opera nata e vissuta a lungo all’Isola d’Elba.
Dopo Lucio Fontana colui che dedica da oltre 50 anni gran parte delle sue energie creative alla “Sua” Isola è Italo Bolano, uno dei più importanti espressionisti astratti della nostra epoca che ha esposto la sua arte e l’Elba in palazzi storici e gallerie d’Italia e d’Europa.
Il centro della sua attenzione e della sua arte è sempre stata comunque l’Isola alla quale lo lega un invisibile cordone ombelicale che, fin dagli anni ‘60, lo spinge a fondare un Centro Internazionale d’Arte nella valle di San Martino, vicino alla villa di Napoleone.
L’Elba è divenuta così l’unico esempio in Italia di un’Isola decorata da un artista che realizza un percorso d’arte che tocca aspetti, fatti storici, personaggi noti e meno noti di questo incomparabile territorio. Questo luogo magico di arte e natura in oltre 50 anni è diventato un luogo di attrazione non solo per artisti, ma per un pubblico che ricerca nella vacanza cultura e pace.
Così è nato l’Open Air Museum dove 30 monumenti in ceramica, in acciaio e vetro realizzati dall’artista vivono in armonia in un parco di essenze mediterranee. Dai laboratori sperimentali del Centro, grazie all’estro creativo e alla sensibilità di questo eclettico artista, fin dagli anni’70 sono stati realizzati altri 20 monumenti collocati in punti significativi di tutti i 7 comuni dell’Isola, che oggi costituiscono il Museo Diffuso d’Arte Contemporanea all’aria aperta.
Questo modo di concepire l’arte lo ha portato a realizzare molte opere anche negli hotel dell’Isola. Questo rapporto tra arte e luogo, in cui l’opera è collocata, è molto importante e Bolano lo studia a Gerusalemme, New York e soprattutto a Barcellona, vero museo all’aperto.
Ci domandiamo che cosa spinge Bolano a “prestare” la sua arte all’architettura alberghiera. L’artista elbano ci tiene a precisare che non è un ceramista ma che, fin dagli anni ’70, scopre questa formidabile tecnica di “pittura ceramica” su materiale refrattario che gli consente di esporre le sue pitture all’aria e al sole inserendole nell’ambiente. Grandi artisti come Joan Mirò o Fernand Léger hanno adottato tecniche simili. A Martigny Bolano ha la fortuna di conoscere uno degli ultimi ceramisti della famiglia Artigas che nei Pirenei cuoceva le ceramiche di Mirò.
Con questa tecnica ceramica Bolano inserisce l’arte moderna nelle più importanti strutture alberghiere come segno dei nostri tempi, a favore del turismo internazionale.
Tra i primi interventi con l’arte negli hotel ricordiamo il grande bassorilievo metallico parietale all’Hotel Fabricia, assieme ad altri interventi più piccoli negli ambienti prospicienti il golfo di Portoferraio e i pannelli delle Donne Isola – tema assai caro a Bolano – che decorano la sala da pranzo dell’Hotel Belmare a Porto Azzurro.
Chi scende dalla tortuosa strada di Colle Reciso, dopo il maestoso panorama di Lacona si imbatte in un “volo” spettacolare, una grande ceramica che affianca l’insegna del Residence Il Mandorlo. Sul prato antistante l’ingresso dell’Hotel dei Coralli a Marina di Campo troviamo una grande ceramica materica, che include sabbie delle spiagge elbane, vibrante di giorno e splendente di notte.
A Cavoli sulla facciata dell’Hotel Baia Imperiale spicca per accostamento cromatico un bassorilievo in terra rossa sul grigio del muro in granito.
Infine ricordiamo il lavoro di grande efficacia e portata che Bolano sta svolgendo all’Hotel Hermitage con interventi sia nella hall sia in esterno.
Due grandi ceramiche pavimentali e una verticale sul bancone della reception accolgono gli ospiti con soli, lune, colori accesi che richiamano quelli del mare e della lussureggiante vegetazione del parco.
A “rompere” il complesso celeste delle piscine, affiancate dal grigio del granito, due grandi pannelli con pitture ceramiche hanno il compito di dar vita ai colori dominanti con tocchi di rosso e di giallo intenso. Davanti all’orizzonte un sole e una luna in vetro dallas a grosso spessore risplendono al tramonto e illuminati sapientemente di notte. E ancora nel nuovo palazzetto dei congressi una composizione di acciaio e vetro dallas sormonta la scala a chiocciola, mentre un pannello in ceramica “illumina” la nuova struttura con macchie di colore.
«In questo paesaggio meraviglioso – conclude Bolano – mi è piaciuto intervenire cercando di armonizzare la mia pittura alle architetture e alla vegetazione, per dar vita ad un originale “Arthotel” a maggior godimento degli ospiti che qui giungono da ogni parte del mondo».
Dare spazio alle emozioni per mezzo dell’Arte, che sia musica, pittura scultura, ceramica o poesia significa stimolare in maniera creativa la mente, far vibrare le nostre corde interiori, crescere in consapevolezza!
Mostre temporanee che raccontano l’Arte
In anni più recenti molte altre strutture alberghiere hanno colto l’importanza dell’Arte all’interno dei propri giardini o spazi interni e all’aria aperta con mostre pittoriche e scultoree.
Il proprietario dell’Hotel Cernia Isola Botanica ritiene che “quello che appare veramente fecondo è portare l’Arte fuori dai consueti “santuari“ quali gallerie o musei e creare le condizioni per un incontro con chi abbia la voglia e la sensibilità di entrare in relazione con l’oggetto d’arte. Il giardino del Cernia e gli spazi dell’hotel diventano così il luogo di questo incontro”.
Dal 2005 al 2012, grazie alla collaborazione dell’hotel con la Galleria Gulliver di Marciana Marina, in occasione della rassegna “Arte in Giardino”, hanno esposto maestri dell’arte ceramica quali Ingrid Mair, Zischg, Sante Segato, Claudio Carrieri, Mariano Fuga, Riccardo Biavati, Tonino Negri, Veronik Thurin Enrico Stropparo.
Successivamente è stata la volta di Luca Polesi, artista “visionario” elbano in grado di dare nuova vita a materiali di scarto apparentemente inerti; di Alfredo Gioventù che ci ha condotto in uno straordinario percorso incentrato sulla relazione tra l’uomo e l’ambiente, interpretando con grande maestria e sensibilità il meraviglioso territorio granitico di Sant’Andrea.
¹ Negli anni a cavallo delle due guerre, ed anche nel secondo dopoguerra, Lucio Fontana dedica una parte importante della sua collaborazione attiva con diversi architetti. Non si tratta solo del tradizionale inserimento a posteriori di elementi scultorei o in rilievo nello spazio architettonico, ma della progettazione di interventi ambientali organici all’architettura ed alla realtà urbana. Fontana trasforma gli spazi abitativi o funzionali in situazioni ambientali unitarie. Tali esiti, tra i più alti delle sue ricerche formali del dopoguerra, sono ben rappresentati dal Soffitto Spaziale realizzato per la sala da pranzo dell’Hotel del Golfo con l’architetto Borsani. Tale intervento, realizzato con la tecnica ad affresco, copriva l’intero soffitto del ristorante dell’albergo.
² Il Soffitto Spaziale fu realizzato per mezzo di segni, tagli e incisioni operati direttamente sull’intonaco grezzo fresco della volta della sala e riempiti di colori puri.
³ L’appassionato interessamento della Soprintendenza per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico di Brera e della Fondazione Fontana ha messo in moto un virtuoso processo di salvataggio iniziato nel 2003 e coronato dall’acquisto dell’opera da parte della Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanea.