Mondi sommersi all’isola d’Elba
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22 Marzo 2022Alcune riflessioni sullo smartworking
In Italia con il termine smartworking intendiamo il “lavoro agile” quale modalità e mezzi tecnologici propri, con orari flessibili e possibilità di lavorare da casa. È un modo di lavorare nato grazie ad internet, allo sviluppo delle tecnologie e che permette al lavoratore una totale libertà di organizzarsi. Lo abbiamo scoperto durante questa lunga crisi dovuta al Covid. Il sociologo De Masi, il primo studioso di “lavoro agile”, ci ricorda che nel marzo 2020 erano 570.000 i telelavoratori, dopo pochi mesi in piena pandemia avevano raggiunto gli 8 milioni. Una scoperta per diversi milioni di lavoratori, un’opportunità per sperimentare nuove forme di organizzazione di lavoro ma anche di vita quotidiana, di tempi di vita. I vantaggi sono tanti e in tutte le direzioni. Nell’azienda con lo smartworking c’è addirittura un aumento della produttività, in 6 ore si fa il lavoro che prima si faceva in 8 ore, un ridotto controllo gerarchico, più autonomia e possibilità di creatività nel lavoro, più soddisfazione. In diverse ricerche il 70/80% degli intervistati si dichiarano entusiasti. Il fattore più innovativo è rappresentato dall’opportunità di potere unire e organizzare il tempo lavoro e il tempo di vita. Con l’eliminazione dei tempi (costi e stress) per spostarsi verso il luogo di lavoro, si offre anche la possibilità di organizzare meglio la propria quotidianità familiare, si evita di dover correre tra asili e scuole con tempi spesso difficili da gestire. Si vive maggiormente nel quartiere, si frequentano i negozi di vicinato, le attività sociali e ricreative. Il proprio quartiere, il proprio borgo, non è più un dormitorio ma un luogo da vivere, con le attività dislocate tra gli insediamenti, com’era tanti anni fa. Ci sono anche fattori negativi di questo nuovo modo di lavorare. Anni fa il dipendente non vedeva l’ora di tornare a casa per rilassarsi, oggi è il contrario. Lo stress viene vissuto nel lavoro in casa e non si vede l’ora di uscire, di vivere momenti di socialità. Tutto ciò in particolare nelle prime esperienze di lavoro a casa, quando ancora non riusciamo a gestire i nostri tempi e siamo presi da una specie di “euforia” da lavoro.
Lo smartworking è un’occasione per le aziende di cambiare mentalità, pensare a modelli organizzativi meno rigidi, dove l’elemento più importante è il raggiungimento dei risultati, il sapere gestire i propri obiettivi. È un modo per aggiornarsi, per utilizzare maggiormente gli strumenti innovativi, per formarsi in modo continuo, per ridisegnare la propria vita sulla base dei propri bisogni. È l’individuo che non subisce più una situazione imposta dall’esterno, ma finalmente può gestirla. Si può migliorare il proprio work-life balance, dedicarsi maggiormente ai familiari, alle attività domestiche e pensare al proprio benessere psico-fisico. Lo smartworking è ormai un processo inarrestabile. Probabilmente però non tutto il lavoro, almeno per le grandi aziende, potrà essere svolto da casa. Occorreranno anche momenti di confronto face to face nelle aziende. Giorni di lavoro a casa e altri in presenza nel luogo di lavoro. Le attività lentamente si dislocheranno in modo diverso sul territorio, le città saranno disegnate in modo diverso. In Italia già l’anno scorso ci sono state richieste di soggiorni lunghi, anche nei mesi di bassa stagione, in genere di abitanti di grandi città che cercavano luoghi “sicuri” dove poter vivere e fare vacanza.
È stato l’anno dei borghi. Sono nati valori nuovi, come quello di pensare alla vacanza come modo per star bene, avere meno pensieri negativi e anche lavorare meglio. È uno stile di vita che si va affermando, di un “consumatore” sempre più libero nelle sue scelte, tollerante, innovativo e che ama viaggiare (senza fretta), conoscere culture nuove, imparare le lingue, migliorare il proprio benessere fisico con attività motorie. Sono nate già diverse realtà che stanno indagando e proponendo offerte per i “nomadi digitali” (vedi nota 1). Finalmente si incomincia ad uscire dagli stereotipi, a creare nuovi valori turistici e quindi un approccio diverso al settore.
Isola d’Elba
Luogo ideale per i nomadi digitali
È Utopico, ideale per sentirsi a casa propria e parte di una Comunità, i suoi borghi sono centri di autenticità. È Sicuro, non esistono inquinamento, criminalità, poco traffico se non nei mesi di alta stagione turistica. È Garantito, è facile per una Comunità darsi regole e rispettarle, anche a garanzia degli ospiti. È Per Tutti, per chi vuole oziare, per chi vuole rendersi attivo, per chi vuole correre, andare in bicicletta, fare lunghe nuotate, passeggiare. Per chi vuole frequentare le piazze dei borghi non solo per gustare ottimi piatti di pesce, ma anche per partecipare ad eventi, feste, riti di socialità. Grazie al suo clima è possibile praticare tante attività sportive, dalle immersioni in fondali unici, come lo sono quelli di tutte le isole dell’Arcipelago Toscano, alle gite in canoa o in barca a vela o su una tavola da windsurf. Fino agli sport estremi, come lanciarsi con il parapendio o fare free climbing. A piedi, a cavallo, in bicicletta, tra i vicoli di paesini come San Pietro e Sant’Ilario, sui sentieri del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, in una natura incontaminata, offre la possibilità di soddisfare quel bisogno di benessere fisico e psicologico, proprio del viaggiatore moderno. Il maggiore senso di benessere, la bellezza dei luoghi e il rapporto con una Comunità locale fanno bene al lavoro, aiuta anche il nomade digitale ad avere uno stato emotivo più rilassato e di conseguenza a migliorare le proprie pratiche lavorative. Questa nuova tipologia, insieme ad altre “nicchie”, come quelle del turismo sportivo e del turismo del benessere, possono garantire uno sviluppo turistico diverso, più solido e più sostenibile per i nostri territori. Se ci limiteremo a pensare al turismo con uno sguardo limitato solo alla prossima stagione turistica e alle presenze, non riusciremo mai ad avere una visione strategica e a fare del turismo un “moltiplicatore” reale di opportunità per gli altri settori economici e culturali.
L’articolo è stato scritto dal Dott. Ermanno Bonomi docente universitario, sociologo del turismo e manager della rete CORE, per il magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2021/2022.
- https://nomadlist.com/ una delle prime community con ben 26.460 remote workers, dove è possibile conoscere tante proposte sparse in tutto il mondo. https://www.smartway.work. Interessante sito con le proposte riguardanti la nostra Regione. https://animaliving.network/ e https://www.facebook.com/digitalglobeworker, un’iniziativa alla quale sto collaborando e che propone borghi, con caratteristiche tali da garantire di poter partecipare alla vita delle comunità locali. Alcune amministrazioni comunali hanno capito le nuove prospettive e giovani sindaci si stanno organizzando con proposte, come ad esempio a San Casciano dei Bagni con incentivi economici per coloro che vengono a vivere per un periodo, o Casole d’Elsa, o il primo smart work village a Santa Fiora.