Le vacanze come opportunità per lavorare meglio
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22 Marzo 2022È una bella domenica di sole e qui sull’Isola l’aria profuma di rosmarino e di fiori. La giornata ideale da trascorrere in campagna fra vigneti, anfore e racconti di vino che sanno di mare. Sono le 10,30 del mattino e Giulia Arrighi ci accoglie nell’azienda agricola di famiglia, con il suo sorriso splendente e sereno. È una giovane enologa 25enne, che un’estate di qualche anno fà, ancora adolescente, scopre durante la vendemmia in famiglia, la sua grande passione per la vinificazione; complice anche l’entusiasmo travolgente di papà Antonio. Ed è proprio allora che Giulia decide di abbandonare il suo progetto di una carriera da commercialista e di intraprendere un percorso di studi tutto incentrato sull’enologia.
Mentre parla con disinvoltura e padronanza di disciplinari, metodi di conservazione e invecchiamento del vino, mi fa salire sul QUAD per visitare il vigneto. Mi racconta la storia degli ulivi che circondano la proprietà, donati da Mussolini all’Isola d’Elba negli anni ’30, con l’obiettivo di incentivare la coltura dell’olio. Continuando a salite sulla collina, raggiungiamo i terreni in corso di bonifica: un anfiteatro di terrazzamenti dove si recuperano le vigne con i muri a sasso di 80 anni fà e dove il prossimo anno saranno impiantati i vitigni autoctoni di e Aleatico di Ansonica. Lo scenario è emozionante e non si può fare a meno di percepire la storia di queste terre e la passione con la quale Ilaria, papà Antonio e l’intera famiglia se ne stanno prendendo cura.
Una volta rientrate alla base ci sediamo all’ombra di un corbezzolo e l’intervista vera e propria ha inizio, mentre poco più in là si accende la brace per la grigliata della domenica fra amici. Sembra di essere in un film di altri tempi, ma è tutto straordinariamente vero e attuale.
L’azienda vinicola della tua famiglia è diventata il tuo lavoro, una scelta insolita per una ragazza del 2000. Quanto tempo dedichi al tuo lavoro e in che cosa consiste?
Lavoro 365 giorni l’anno e le mie giornate sono infinite. Gestisco tutto il ciclo completo: parto con il mio Quad per la vendemmia armata dei miei strumenti di lavoro. Utilizzo l’ossimetro e il rifrattometro: una specie di cannocchiale sulla cui lente si spalma l’acino per verificare la concentrazione degli zuccheri. Quando poi arrivano le casse, mi occupo dell’organizzazione generale della vendemmia e faccio partire la fermentazione. Così trascorro molti sabato sera, coinvolgendo se possibile gli amici.
Raccontaci la storia del vino che sta rendendo l’Isola d’Elba famosa anche nel mondo della viticoltura ed enologia internazionale.
La notorietà non era nei nostri pensieri quando abbiamo abbracciato questo progetto e non avremmo mai pensato di far esplodere questo fenomeno. In effetti, l’idea di produrre Nesos è nata durante un convegno promosso nel 2018 dall’Associazione Italiana Sommelier (AIS) con alcune istituzioni, in occasione della Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio AIS. Durante l’incontro mio papà Antonio ha conosciuto il Professor Attilio Scienza, una persona molto coinvolgente. Ci siamo subito buttati in questo esperimento, anche perché nella nostra cantina le anfore erano già in uso da 10 anni e le uve dell’Ansonica, che coltiviamo nei nostri vigneti, hanno una buccia estremamente resistente e quindi adatta all’immersione in mare. Dopo quattro mesi di organizzazione abbiamo analizzato le uve e siamo partiti con la prima produzione, spinti dal desiderio di sperimentare. Anche il nome è frutto di una ricerca collettiva: Nesos in greco antico ha il significato di isola. Al momento non è ancora entrato in commercio, perché siamo in fase di ricerca. Dobbiamo definire se con questo metodo di conservazione utilizzato dagli antichi Greci, possa essere evitato l’uso dei solfiti. La produzione del secondo anno rientra nei parametri del disciplinare, ma è necessario proseguire la sperimentazione per poter avviare la produzione per la commercializzazione.
Guardando al futuro quali sono i progetti e gli obiettivi che vi siete dati?
Oltre al progetto di Nesos, ci stiamo dedicando alle bollicine. Quest’anno abbiamo avviato la prima produzione con un metodo ancestrale senza sboccatura, che lascia quindi il vino opaco. A giugno vengono messe in commercio le prime 900 bottiglie. Abbiamo anche bisogno di una cantina nuova più grande, perché gli spazi di quella attuale non sono più sufficienti ad ospitare tutte le nostre produzioni. Siamo proprietari di un edificio che si presta perfettamente a questo scopo, ma si trova all’interno dell’area del parco e l’iter per l’ottenimento dei permessi per la ristrutturazione dei locali in questione è più complesso. Attendiamo fiduciosi di poter avviare presto i lavori.
Cosa cambieresti del tuo lavoro e cosa invece ti rende maggiormente fiera di ciò che fai?
Cambierei davvero solo la cantina, perché con spazi più ampi lavoreremmo tutti meglio. Per il resto, sono fiera del giorno in cui ho deciso di immergermi in questo mondo e felice della mia scelta.
Parliamo della tua amata isola: qual è uno degli aspetti più affascinanti dell’Elba?
Ogni angolo dell’Isola d’Elba ti da una diversa vista sul mare. È il bello dell’isola piccola. Abbiamo tutto: colline, mare e l’enogastronomia locale che ultimamente sta prendendo piede.
Cosa consiglieresti alle coppie? Quali sono i luoghi e le esperienze da non perdere per un soggiorno romantico?
Io non sono molto romantica, però sicuramente consiglierei una degustazione e una cena in riva al mare. La nostra isola è molto bella anche se poco valorizzata, ma forse è proprio il suo fascino.
Mentre stiamo per congedarci arriva papà Antonio. Ne approfitto per fare anche a lui qualche domanda. Quante bottiglie produce ogni anno la vostra azienda agricola? 40.000 bottiglie
Qual è l’aspetto più piacevole di poter essere affiancato in azienda dalla figlia Giulia?
Certamente la cosa più bella è poter condividere le esperienze, le sperimentazioni, ma soprattutto la passione per questo lavoro.
Quali sono invece le difficoltà?
Non sempre la pensiamo allo stesso modo e questo porta a qualche difficoltà, ma fa parte dell’esperienza.
Nel congedarsi, Giulia mi mostra il libro scritto dal giornalista di Report Emilio Casalini Rifondata sulla bellezza (Ed. Spino Editore). In questo libro, puoi trovare la filosofia della nostra azienda che è tutta racchiusa in una semplice frase: “Chi viene da noi deve sentirsi a casa”.
L’articolo è stato scritto dalla giornalista Paola Brodoloni per il magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edzione 2021/2022.