Il Richiamo della Montagna
9 Agosto 2022Le Ville marittime di epoca augustea dell’Arcipelago Toscano
4 Gennaio 2023Il 6 aprile 1814 Napoleone, dopo la sconfit-ta di Lipsia, arriva a Fontainebleau. Viene deciso il suo esilio all’isola d’Elba. Prima di partire si reca dalla sorella Paolina che lo abbraccia e lo consola per ore prima del suo congedo. Gli abitanti dell’isola d’Elba (che appartiene alla Francia dal 1802) non si aspettano certamente il suo arrivo e vengono avvisati con un manifesto del generale Dalesme che annuncia l’arrivo di Napoleone recitando: «Le vicende umane hanno condotto l’Imperatore Napoleone in mezzo di voi, e la di lui propria scelta ve lo da per Sovrano. Avanti d’entrare nelle vostre mura, il Vostro Augusto, e nuovo Monarca mi ha indirizzate le seguenti parole: mi affretto a farvele conoscere perché esse sono il pegno della vostra felicità futura. “Generale, io ho sacrificato i miei diritti agli interessi della Patria, e mi sono riservata la Sovranità, e proprietà dell’Isola d’Elba, a ciò hanno consentito tutte le Potenze. Compiacetevi di far conoscere il nuovo stato di cose agli Abitanti, e la scelta che ho fatto della loro Isola per mio soggiorno in considerazione della dolcezza dei loro costumi, e del loro clima. Diteli che essi saranno l’oggetto del mio più vivo interesse. […] Abitanti dell’Isola d’Elba, io mi allontanerò presto da voi. Questo allontanamento mi sarà penoso perché vi amo sinceramente ma l’idea della Vostra felicità addolcisce l’amarezza della mia partenza, ed in qualunque luogo io possa essere mi avvicinerò ancora a quest’Isola per mezzo della memoria della virtù dei suoi Abitanti, e per mezzo dei voti che io formerò in loro favore”» (Las Cases, Il Memoriale di Sant’Elena, Vol. II Ed. Rizzoli, Milano). Il 4 maggio 1814 Napoleone Bonaparte viene accolto dagli elbani meravigliati, incuriositi, orgogliosi perché saranno governati dall’Imperatore dei francesi. Il Maire Traditi va ad accoglierlo con una delegazione di notabili e per l’emozione non riesce a proferire parola. Il suo arrivo rivoluziona la vita dell’Elba. L’isola diventa il centro del mondo. Giungono viaggiatori da tutti i paesi per poterlo vedere anche solo da lontano. È qui che Napoleone ricomincia il suo moto perpetuo. Decide di restaurare e ampliare la Palazzina dei Mulini, che ha scelto come sua residenza, trasforma una chiesa sconsacrata in un teatro, il Teatro dei Fortunati, oggi Teatro dei Vigilanti Renato Cioni (tenore elbano affermato in tutto il mondo, 1929-2014).
È facile immaginarlo a cavallo lungo i sentieri che attraversano l’isola o immobile su un promontorio mentre osserva l’orizzonte con il suo cannocchiale, a bordo di un piccolo vascello mentre naviga da una baia all’altra dell’isola, vestito con la sua semplice divisa da colonnello, la redingote grigia dal colore dei suoi occhi ed il suo inconfondibile cappello. Lo stato d’animo di Napoleone sull’isola emerge chiaramente nell’opera Napoleone di Emil Ludwig il quale scrive che «Pini, fichi e rocce, case bianche e basse celate nei vigneti, vele e reti, l’orgoglio patriarcale e gli scialli delle donne alla Messa. Tutto lo riconduce e lo guida verso le immagini dell’infanzia ed i suoi poveri nervi tormentati si allentano per una sosta di pace. In questi mesi l’Imperatore ritrova la salute, gli par talvolta di vivere il sogno di un breve ritorno nel fatato paese dell’infanzia e soltanto quando fissa i volti dei sui vecchi granatieri deve ben ricordare tutto quello che è accaduto tra la Corsica e l’Elba» (E. Ludwig, Napoleone, Edizioni Mondadori, Milano, 1929). Il 26 febbraio 1815 Napoleone lascia l’Elba e circa 300 elbani, tra soldati e volontari, decidono di partire con Lui. È sera: l’Elba si riversa verso il porto per salutarlo. Ci sono contadini, operai, famiglie intere. Madame Mère, la madre di Napoleone, e Paolina, sua sorella, che nel frattempo lo avevano raggiunto all’isola d’Elba, seguono in lacrime la scena dalla finestra. Al suo arrivo tutti gridano: “Viva l’imperatore!” Alcuni notabili gli baciano la mano, il Maire Traditi rimane di nuovo senza parole vinto dall’emozione. Ecco che accade un fatto straordinario e insolito: Napoleone lo abbraccia e si meraviglia di fronte a tanto affetto e chiede perché. “Maestà – gli viene risposto – il popolo vi ama e vuole augurarvi salute e fortuna”. Ciò lo commuove moltissimo. Molti lo seguono con le barche sino alla nave. Un colpo di cannone annuncia la partenza ed il convoglio fa vela verso la Francia. Il 20 marzo 1815 Napoleone riprende il trono a Parigi ma la coalizione formata da Inghilterra, Russia Austria e Prussia gli dichiara guerra. Inizia a Waterloo, il 18 giugno dello stesso anno, la sua ultima avventura militare ed è una disfatta. Il 22 giugno Napoleone è costretto ad abdicare e medita di fuggire in America oppure consegnarsi agli inglesi. Relegato da questi ultimi a Sant’Elena, nella piccolissima isola sperduta nell’Oceano Atlantico, l’Imperatore in esilio ricorda spesso l’Elba e i suoi abitanti che lo hanno amato. A Sant’Elena nel suo seguito c’è anche un elbano, Giovanni Gentilini, comandante del battello imperiale. Rimane con lui per 5 anni, finché non si ammala gravemente e viene rimpatriato. Il generale Bertrand gli rilascia un certificato di lode, accompagnandolo con alcuni oggetti d’argento che Napoleone stesso ordina di consegnargli come attestato del suo fedele servizio. Giovanni, una volta ritornato sull’isola, viene accolto con gioia da familiari e amici, ai quali narra le vicissitudini del suo amato Imperatore. Conserva con orgoglio la medaglia di Sant’Elena da Lui conferitagli, così come a molti ufficiali e soldati elbani che gli hanno dimostrato fedeltà. Il 5 maggio 1821 Napoleone muore. Nel suo testamento si ricorda della calorosa ospitalità della gente dell’isola e della devozione delle guardie elbane a cui destina vari beni. E così la storia ricorderà il generale inglese Wellington solo per la sua vittoria militare su Napoleone a Waterloo, mentre l’Imperatore per le sue gesta, i suoi amori, la sua misteriosa morte nell’isola di Sant’Elena… e per qualcosa che ancora adesso non riusciamo a comprendere. Napoleone si ama o si odia. Affascinati, coinvolti, innamorati o contrariati, continueremo a tramandarne la memoria.