Vino, ruote tassellate e isola d’Elba
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2 Febbraio 2023Il viaggiatore o visitatore, che giunge a Portoferraio, nota subito le fortezze rinascimentali volute da Cosimo I de’ Medici, duca di Firenze, per difendere l’Elba dalle incursioni turco-barbaresche e per contrastare la politica di espansione francese. E’ evidente anche che il Duca fiorentino volle supportare la piazzaforte militare con la creazione di una città i cui abitanti si formarono in seguito all’emanazione di una serie di esenzioni fiscali e di privilegi concessi dallo stesso Cosimo. Inizialmente, però,il popolamento fu lento. Solo col successore, il figlio Francesco I, il numero degli abitanti aumentò sempre più nel proseguo degli anni, grazie anche all’introduzione di nuove attività lavorative. La creazione dell’Arsenale delle Galeazze, ad esempio, fu importante per lo sviluppo economico della città. Disegnato dall’architetto Bernardo Buontalenti, succeduto a Giovanni Camerini, rappresentò la fabbrica di maggiore importanza logistica della città. Lì si costruirono alcune delle galeazze (1) per i Cavalieri dello Ordine militare e cavalleresco di Santo Stefano, istituito per proteggere i mari dalle incursioni barbaresche e per difendere la Chiesa lottando contro gli infedeli. All’interno dell’imponente opificio vennero effettuati anche i lavori di manutenzione e di carpenteria per le imbarcazioni. Sempre all’architetto Buontalenti si deve la costruzione di alcuni mulini, dei quali era un grande esperto, indispensabili per il buon funzionamento della città fortificata, soprattutto in tempo di assedio. Ma vennero edificate anche altre case, perché quelle esistenti non bastavano per ospitare coloro che affluivano a Portoferraio, attirati, principalmente, dai numerosi privilegi ed esenzioni fiscali. Esaminando il censimento del 1574, notiamo la presenza di una popolazione proveniente dalle altre parti dell’isola, dal granducato e da alcuni Paesi del Mediterraneo, dedita principalmente all’artigianato, al commercio, all’agricoltura, all’allevamento, alla marineria.
Proprio con Francesco I venne calata la prima tonnara, ad opera di pescatori siciliani. Tale pesca durerà, ininterrottamente, nei secoli successivi, impegnando, seppur stagionalmente, numerosi addetti alla cattura e alla salagione (2) del grande pelagico. Greci e napoletani iniziarono la cattura delle specie ittiche migranti come il pesce azzurro e stanziali come lo zero. All’epoca comunque le varietà del pesce erano molte ed abbondanti, tanto che lo stesso granduca le volle rappresentate nel monumentale parco della sua Villa di Pratolino (3) a Firenze. Sicuramente il possedimento mediceo elbano piaceva al secondo granduca di Toscana. Lo dimostra il fatto che vi si recò diverse volte, e non sempre per motivi politici. Nel 1578, ad esempio, dopo la morte della moglie, Giovanna d’Asburgo, si allontanò da Firenze e dalle tentazioni dell’amante Bianca Capello, soggiornando alcuni giorni a Portoferraio. Altre volte le visite gli servirono per rendersi conto di persona dei miglioramenti da apportare, anche di quelli difensivi.
Particolarmente proficuo fu il soggiorno del 1574. Il granduca impartì al Buontalenti istruzioni per la realizzazione di un nuovo fronte di terra, dimostrando così di possedere valide idee progettuali. Nello stesso soggiorno, esaminate attentamente le cave delle miniere di Rio, riuscì a stipulare un vantaggioso contratto monopolistico d’appalto della durata di ben 45 anni con Jacopo VI Appiani. Inoltre provvide a stabilire l’esatta delimitazione dei confini tra il possedimento mediceo e quello dei limitrofi Signori Appiani, fissando al suolo nove monumentali termini di pietra,alcuni dei quali sono sopravvissuti integri fino ad oggi. Capì anche che era giunto il momento di emanare un apparato legislativo, lo Statuto. Con una popolazione di 653 abitanti, infatti, era divenuto necessario stabilire delle leggi scritte che, esplicitando doveri e tutelando diritti, disciplinassero la vita quotidiana di coloro che si trovavano a Portoferraio. Le norme giuridiche non furono molte, sufficienti tuttavia a garantire l’ordine e a tutelare gli interessi materiali, spirituali e morali dei sudditi fiorentini per ben duecento anni. Solo nel 1774, infatti, il granduca Pietro Leopoldo di Lorena dette un nuovo indirizzo alla legislazione locale. Il granduca Francesco si arrogò il merito di aver fondato “Cosmopolis- Portoferraio”, come si può constatare dalla lunetta aurea, disegnata dal Giambologna, incastonata in uno stipo presente in Palazzo Pitti. Forse a buon diritto, considerato che, in soli dieci anni del suo governo, gli abitanti erano diventati 964. Il padre Cosimo aveva costruito una piazzaforte militare su un luogo da lui trovato incolto e disabitato, rendendolo “ tanto gagliardo che più non si può dir”. Francesco creò all’interno del perimetro bastionato una città, sviluppandone il tessuto urbano con edifici pubblici e privati, incrementando le attività economiche e regolamentando la sfera pubblica e privata della Comunità.
L’articolo è stato scritto da Marisa Sardi per il magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2019/2020. Marisa Sardi, autrice di Gli Statuti di Portoferraio (Sec. XVI) per questa pubblicazione trae spunto dal suo primo esame universitario in storia moderna sostenuto nell’Ateneo fiorentino con il Prof. Renzo Pecchioli. Fu in quell’occasione che rinvenne tra le carte dell’Archivio di Stato di Firenze, gli Statuti di Portoferraio che il Professore le fece analizzare ed illustrare agli altri candidati del costo. Considerato che molti storici ed architetti hanno focalizzato la loro attenzione sulla fondazione della piazzaforte militare e sulle successive trasformazioni urbanistiche, ma nessuna ha avvertito la nel esiti della vita quotidiana dei suoi abitanti regolata da diritti e doveri, quella contenuta negli Statuti. Oggi alcune di queste norme non sono più attuali, ma sono state le prime che hanno osservato gli abitanti di Portoferraio. La pubblicazione Gli Statuti di Portoferraio (Sec. XVI) è edito da Persephone Edizioni.
- La galeazza è un tipo di galea da guerra, costruita a Venezia a partire dal XV secolo e usata principalmente nel Mar Mediterraneo a partire dal XVI secolo. Si differenziava dalla comune galea sottile per le maggiori dimensioni, il gran numero di artiglierie e la possibilità – esclusiva tra le galee – di effettuare il tiro laterale. Queste navi, utilizzate per la prima volta dai Veneziani di Sebastiano Venier nella battaglia di Lepanto, rappresentarono il passaggio tra la galea e il galeone. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Galeazze
- La salagione è un metodo di conservazione, essendo il sale un composto igroscopico esso elimina l’acqua dagli alimenti bloccando le funzioni vitali dei microrganismi. Questo metodo comporta una perdita delle sostanze nutritive degli alimenti, specialmente di sali minerali e vitamina C. Il metodo è molto antico e sembra che già nell’antica Babilonia fosse utilizzato per conservare la carne (preferibilmente di montone) che era stata scelta come offerta al dio Marduk. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Salagione
- Villa Demidoff è la denominazione moderna di quello che resta della Villa Medicea di Pratolino e si trova nella località di Pratolino, a Vaglia, in Provincia di Firenze, in via Fiorentina 276. La villa medicea vera e propria fu demolita nel 1822, ma in seguito venne acquistata dalla famiglia di origine russa dei Demidoff, che adibirono a nuova villa l’edificio secondario delle paggerie, ingrandendolo e ristrutturandolo. Il parco, seppur stravolto e spogliato nel corso dei secoli, è uno dei più belli e vasti di tutta la Toscana, tra i più importanti nello stile all’inglese. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Demidoff