Le ricette di Bellarmino
15 Marzo 2023La costa bianca e verde di Portoferraio
16 Marzo 2023Da Vienna a Portoferraio. L’arte di Alex Rinesh e Sergio Marianelli.
Alex Rinesh e l’isola d’Elba.
È l’ora dell’aperitivo. La Darsena Medicea si tinge dei colori della sera. L’aria è distesa. Le barche “cullate” dal mare, e l’antica Torre del Martello ci tengono compagnia. Il nostro incontro non è casuale, ma voluto e in un luogo a Lui molto caro. È qualcosa più di un Bar! È Il Baretto di Alfredo, al quale è legato da una profonda amicizia, dove gente di mare e non solo ricercano pace e buona musica. Sto parlando di Alex Rinesch. Ci conosciamo da molto tempo. Questa però è la prima vera occasione per scoprire nel profondo l’Uomo e l’Artista. Basta guardare i suoi occhi per capire quanto sia forte il suo legame con quest’Isola e con quei personaggi che, grazie alla loro autenticità e semplicità, lo hanno fatto sentire subito a casa. Mi parla di Domenico Amorosi, dei pittori Luciano Regoli, Gonni, Saffa, Marcello D’Arco, Claudio da Firenze, del G.A.E. (Gruppo Artisti Elbani) nel quale entra a far parte anche Alex, dello storico ristoratore Elbano Benassi, di Massimo Scelza con il quale ha collaborato allo storico “Corriere Elbano” come vignettista. Si innamora letteralmente dell’Elba quando i suoi genitori (il padre noto avvocato viennese e la mamma Direttrice del più noto salone di moda austriaco) lo portano per la prima volta nel 1972, all’età di 12 anni.
Da questo momento non si separa più dallo “Scoglio”, come lo chiamiamo noi elbani, vivendo tra Vienna e l’Isola d’Elba. Mi parla della “Sua Città” dal passato imperiale, oggi moderna e internazionale, dove è nato e dove avrebbe dovuto esercitare la professione di avvocato. Mi racconta della sua innata passione per l’Arte e delle sue prime esperienze quando, ancora studente, comincia a disegnare cartoline per la soddisfazione di mantenersi agli studi; di una giovane circense con la quale collabora negli anni ‘78 e ‘79 nel Circo Poetico Flic Flac (il primo senza animali) dove incontra il truccatore Rino Carboni che dal 1954 al 1990 lavora a ben 20 film, tra i quali alcuni di Fellini e di Sergio Leone. Dalle sue parole traspare la stima verso quest’uomo, che per Lui rappresenta una tappa fondamentale, grazie al quale è spinto con più convinzione ad esprimere la sua creatività, realizzando delle maschere di scena.
Mi affascina e mi emoziona ascoltare le sue esperienze artistiche e di vita, sentir parlare del “Suo Maestro”, il pittore austriaco Friedensreich Hundertwasser, oltre che architetto ed ecologista. Ne parla con grande rispetto e stima, raccontandomi quanto nelle sue opere abbia rappresentato in modo del tutto singolare e pittoresco il tema dell’armonia tra uomo, arte e natura. Alex mi racconta quanto, anche nelle sue creazioni, sia presente questa tematica e quella del rispetto e della salvaguardia dell’ambiente. Intuisco che, oltre al suo Maestro, la mamma ha avuto un ruolo importante e determinante nello sviluppo della sua sensibilità, non solo artistica. Mi parla della Vienna degli anni ’60, anni durante i quali il tema dell’ambiente e dell’ eco-sostenibilità è già molto sentito e la mamma ne è un’attiva sostenitrice. Certo è che quando parla del mare mi emoziona ancor di più. Per Lui simboleggia il sogno, la vacanza e una libertà senza confini. Ad un certo punto con enfasi mi dice: “Guarda che bello il Mare! Il Mare è capace di generare un vortice di colori bellissimi sempre nuovi in ogni momento, mai visti prima. Si sente un po’ l’odore dell’eternità. Uno stato meditativo di pace dove niente altro ha importanza.
Al mare il tempo smette di esistere. I minuti, le ore, i giorni si fondono in un unico lasso di tempo”. Ho tra le mani il catalogo di uno dei suoi ultimi progetti, Coastline Connected, 25 tele ad olio di grande formato, rappresentanti spiagge e tratti di costa di diverse zone del mondo, ma soprattutto dell’Elba. Mi spiega che le fonti di ispirazione di queste opere partono dalle baie, dalle spiagge di sabbia e di ghiaia, e dagli scogli dell’Arcipelago Toscano, in particolar modo dell’Elba, e mi dice: “Grazie a loro riesco a realizzare l’impossibile: collegare posti lontani tra loro, le coste dell’Elba e del mondo in un’unica “fantastica spiaggia globale da sogno. Il concetto promuove la visione di un mondo unitario, l’habitat della specie umana, un mondo che è diventato fragile a causa della mancanza di rispetto e della nostra non curanza nei confronti degli altri. Dobbiamo cambiare stile verso una vita sostenibile che rispetti il nostro ambiente con la consapevolezza che le nostre risorse sono limitate e che devono essere usate con coscienza”. Queste “pillole” di saggezza mi commuovono e mi fanno riflettere. Ancora una volta mi guardo intorno e ammiro estasiata le pennellate di colore che la natura ci regala al calar della sera, sorseggiando insieme ad Alex il suo cocktail preferito. Mi congedo da Lui arricchita della sua Arte e della sua Umanità.
È l’ora di cena. Ho un certo languorino. I miei “incontri” con l’Arte non sono ancora terminati. Il prossimo è nella parte più antica di Portoferraio. Mi godo la Calata dirigendomi verso la Porta a Mare che mi conduce nel cuore della Città. Ci sono vari percorsi per arrivare alle Fortezze Medicee. Decido di percorrere la Scalinata Forte Falcone. Arrivata all’altezza del Teatro dei Vigilanti, che si affaccia sulla Piazzetta Gramsci, costeggio Via dei Palchetti fino ad arrivare alloSdrucciolo della Regina. Mentre salgo vengo inebriata dai profumi degli aranceti e delle limonaie, che si trovano nelle corti di antiche abitazioni. Mano a mano che mi avvicino al luogo dell’incontro comincio a pregustare i sapori mediterranei della cucina originale e “colorata” di Sergio Marianelli. Mi accoglie con fare semplice e genuino, come è Lui, e mi fa accomodare nella sua veranda. Il panorama è mozzafiato! Il golfo di Portoferraio e la Darsena Medicea mi appaiono in tutta la loro bellezza e maestosità. Le barche in rada illuminano la notte insieme ad una luna piena che, come una regina, si riflette sul mare. Per cena ha preparato il Risotto ai Fichi d’India e i Gamberoni all’Arancia. Questi piatti sembrano dei “quadri” dove forme e colori convivono in perfetta armonia. Sergio è un uomo che ama cucinare con la stessa passione con la quale dipinge la sua Isola, dove è nato e cresciuto. La sua storia ha origine nel cuore di Portoferraio, esattamente in Piazza Cavour sopra il Caffè Roma, alla fine degli anni Quaranta quando la vita è ancora segnata da povertà e da stenti. Mentre soddisfo le mie papille gustative con uno dei suoi cavalli di battaglia, Marianelli, noto in paese come “Bellarmino”, mi racconta della sua grande passione per il disegno che, sin dall’infanzia, riesce ad esprimere con il carbone regalatogli dal “Betti” che lo vende in una bottega di Via Guerrazzi, dove oggi ha lo studio.
Allora, la via che conduce alla Porta a Terra era piastrellata da pietra rosa che attualmente si trova lungo la Salita Napoleonee in altri luoghi storici dell’antica Cosmopolita (Portoferraio). La superficie liscia rappresenta la “tela” ideale sulla quale il piccolo “Bellarmino”, orfano di padre, già all’età di 4 anni da libero sfogo alla sua vena artistica. Mi complimento con Lui per la bontà del suo Risotto. Con molta umiltà mi riferisce che, come molte altre ricette, è un piatto di sua invenzione. Avverto che ho di fronte un Uomo di cuore e di grandi passioni che hanno caratterizzato e caratterizzano tuttora la sua vita. Dai suoi racconti immagino un vissuto che scorre non certo facile, ma sempre costellato da un unico pensiero: il disegno che nel tempo si trasforma in pittura grafica. Già ai tempi del periodo militare Marianelli fa della sua dote una “piccola fortuna”, mantenendosi e aiutando economicamente la povera madre. Mi racconta che allora i militari erano soliti appuntare, in una sorta di calendario sotto forma di “stecche” (cartoncini a ventaglio) i giorni che scorrevano.
Nel periodo di leva molti militari e superiori commissionano al giovane elbano la personalizzazione delle suddette stecche con i suoi disegni. Sergio mi mostra un “quaderno” dove è solito raccogliere suoi pensieri e recensioni delle sue mostre. L’occhio mi cade su di un suo testo dal quale traspare la sua filosofia di vita che manifesta una profonda sensibilità nei confronti del genere umano e dell’ambiente. Le sue parole: “Vorrei che questo mio fantastico mondo possa essere anche il vostro, dove la natura e i suoi personaggi vivano in armonia, fondendosi nella purezza di un’altra dimensione, senza odio, violenza e false ipocrisie. Penso fermamente che la vita, così come è stata concepita da Dio, debba essere fatta di cose semplici e pure. È necessario impedire che le nuove tecnologie distruggano l’ambiente in cui viviamo, che le montagne vengano sventrate, gli alberi abbattuti, le tradizioni dei nostri padri calpestate”.
Questo tema è ricorrente nelle sue tele dove vengono raffigurati paesaggi e scene di vita quotidiana, uomini e donne nudi (perché uguali di fronte a Dio) ritratti in un’incontaminata natura che trova la sua massima espressione nelle agavi che, con le loro vistose quanto singolari infiorescenze, crescono contorte sulle scogliere a strapiombo sul mare, i pini solitari dei promontori isolani, le tamerici delle spiagge, i mandorli. Marianelli mi racconta la sua esperienza, fin da giovanissimo, come disegnatore grafico presso gli studi di architettura e ingegneria, percorso fondamentale per il raggiungimento di una grafica pittorica che fa di questo piccolo grande Uomo un’Artista molto apprezzato dai critici d’arte per la sua particolare e singolare tecnica, realizzata con l’utilizzo di colori, che Lui stesso crea con il minerale polverizzato e le terre colorate. Mi congedo da Lui arricchita della sua Arte e della sua Umanità.
L’articolo è stato scritto da Rossella Celebrini ed Alessandra Tozzi per il magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2018/2019.