La costa bianca e verde di Portoferraio
16 Marzo 2023Jacopo Taddei Bellezza in Musica
17 Marzo 2023L’attività di Legambiente Isola d’Elba alla ricerca delle tracce delle tartarughe
Quando arrivi la mattina il mare dorme ancora. Respira piano in sogno, si alza e si abbassa appena, senza far rumore. È come un cristallo mobile o una seta grigio perla. Ti togli le scarpe e affondi i piedi nella sabbia dorata e fresca, mentre gli occhi si spingono avanti e di lato nella speranza di vedere finalmente le tracce, la lunga scia del ventre corazzato che struscia sulla spiaggia, i disegni laterali lasciati dalle potenti pinne natatorie, la “camera delle uova” scavata nella sabbia ed accuratamente ricoperta, la scia del ritorno della tartaruga in mare. Lacona ti si dispiega davanti in tutta la sua ampiezza e lunghezza. Ti apre il respiro, fa venire voglia di volare. Rispetto alle altre spiagge che noi volontari di “Legambiente” stiamo monitorando, quando arriviamo alle 6 di mattina è già attiva: poche persone si intende! Sono quasi tutti stranieri che si godono la pace e la luce camminando sulla linea di confine tra terra e mare, prima che sul paesaggio si riversino le moltitudini colorate dei bagnanti. A quell’ora la spiaggia è dei gabbiani, che disegnano le loro sequenze di passi, e di qualche persona che fa yoga in fondo alla spiaggia, dove ci sono i campeggi e non ci sono ombrelloni. A Procchio ci devi arrivare quando è ancora buio, perché le ruspe, addette a spazzare e rastrellare la sabbia, partono inesorabili alle 5.30 (a volte anche prima) “avventandosi” rumorose e pesanti su ogni metro quadro di spiaggia e tritando ogni segno della vita notturna. Il cielo che si illumina dietro la spiaggia della Guardiola e il lento progredire della luce, che disvela l’arco armonioso della spiaggia nella cornice “ricciuta” delle colline, valgono la pena della sveglia ad un’ora “indegna”.
Arrivando a Cavoli, uno dei luoghi più suggestivi della nostra costa, dall’alto appare subito ai nostri occhi un arenile nascosto da file serrate di ombrelloni e lettini. Sono disposti in ordine rigoroso fino al pelo dell’acqua e separati da staccionate che delimitano le concessioni, lasciando piccoli corridoi di spiaggia libera. È il lido della movida elbana, frequentata quasi prevalentemente da giovani, con la sabbia tra le più belle di tutta l’Isola. Se fossi una tartaruga non verrei a nidificare a Cavoli! C’è da dire che le tartarughe seguono una logica che in buona parte ci è oscura. Federica, il grosso esemplare di Caretta Caretta, che l’anno scorso ha nidificato a Marina di Campo, non solo ha scelto una tra le spiagge più densamente popolate, ma addirittura si è “incaponita” a scavare la propria “camera” in un punto di suo particolare gradimento, abbattendo un ombrellone e spostando un lettino. Pertanto noi monitoriamo diligentemente anche Cavoli.
Il turno di Cavoli comprende anche Fetovaia, forse la più poetica tra le nostre otto spiagge, la più antica, bagnata da un mare dai colori caraibici. La sua bellezza è così struggente che si fa fatica a non tuffarsi anche con il cielo grigio. È a Fetovaia, al cui ingresso ci accolgono le tamerici e una distesa di sabbia bianca, che esiste una piccola zona protetta ove vengono curati e custoditi alcun gigli di mare, “venuti” qua dalle Dune di Lacona. In questa spiaggia la campagna di sensibilizzazione, promossa dalla Regione Toscana attraverso l’OTB (Osservatorio Toscano per la Biodiversità) è stata presa molto a cuore dai bagnanti che, insieme ai volontari di “Legambiente”, hanno contribuito a monitorare la presenza di eventuali tracce. Marina di Campo è la spiaggia “madre-terra” scelta da Federica, l’anno scorso, per la sua prodigiosa deposizione dalla quale sono nati 113 piccolini. Vi era tornata una seconda volta per un altro nido, purtroppo fallito perché disturbata dai passanti. Nonostante il lido di Marina di Campo costeggi il lungomare e il centro abitato, illuminato e rumoroso, Federica ne è stata attratta misteriosamente. Chissà! Forse è la spiaggia in cui è nata tanti anni fa. Chissà! Noi la percorriamo tutta, dal Porto alla Foce, anche perché recentemente un turista ha visto una testuggine emergere dalla riva, avventurarsi un poco verso la profondità della spiaggia, poi cambiare idea e rituffarsi in mare.
Gli arenili della Biodola e di Scaglieri, uniti come due innamorati da una passerella sugli scogli, potrebbero essere una location valida. Proprio qui, pochi giorni fa, la telecamera di un diving ha ripreso una bella Caretta Caretta che nuotava pigramente verso il largo. La squadra di “cercatrici di tracce” (siamo quasi tutte donne) a cui è affidato il monitoraggio delle Biodola, è quasi certa che la deposizione 2018 avverrà proprio qui. Anche Lido di Capoliveri, deserta e silenziosa, dove la sabbia ha già un tono più caldo, è come un abbraccio. Perché non Lido? E perché non Naregno, spiaggia immersa in una natura incontaminata che guarda il versante longonese? Non lo sappiamo quando e dove verrà. Non lo sappiamo! Nonostante questo tutte le mattine una squadra di volontari si sveglia tra le 4 e le 5; parte per raggiungere la spiaggia assegnata; si toglie le scarpe e passeggia nel silenzio e nel respiro del mare, assaporando i primi raggi di luce, a volte in compagnia di qualcuno a cui ha raccontato l’esperienza con tale entusiasmo da incuriosirlo a provare. Spesso anche in beata solitudine. Non lo sappiamo e non lo vogliamo sapere. Desideriamo soltanto che il miracolo si ripeta. Che questa fragile possente bestia antica emerga dal mare. Che faccia un nido che sorveglieremo gelosamente come l’anno scorso. Che anche quest’anno possiamo assistere alla commovente corsa delle tartarughine, appena dischiuse dalle uova, verso il mare. Se sapessimo che la tartaruga deponesse 15 di luglio a Lacona, non potremo più vedere l’alba sulla Guardiola, ascoltare il mare a Fetovaia e alla Biodola, entrare in silenzio nella quiete di Lido, fare il bagno alle 6 di mattina nel mare che dorme ancora. Grazie Federica, di averci regalato la possibilità di riprendere contatto con le meraviglie che ci circondano.
L’articolo è stato scritto da Maria Frangioni, responsabile di Legambiente Isola d’Elba, per il magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2018/2019.