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20 Settembre 2023L’Elba dei colori e delle forme di Nevio Leoni
È impossibile non rimanere colpiti dalla pittura di Nevio Leoni, singolare pittore elbano, che nei suoi dipinti omaggia il luogo dove vive, l’Isola d’Elba, che lo fa sognare e al contempo gioire. Ciò che ci affascina della sua Arte sono i suoi paesaggi estivi quasi sempre disabitati, i tetti delle case, i panni tesi nei balconi… Il magazine Elba Per2 ha deciso di dedicare all’Artista uno spazio bianco dove i colori e le forme dei suoi quadri “prendono vita”, grazie anche alla sapiente penna di Angelo Ghilardi[1], suo amico, che ci “racconta” l’Universo Cosmico di Nevio Leoni.
La sua pittura è mediterranea, il paese ritratto è immerso nel silenzio estivo di una stagione sempre bella, in un’estate continua, nelle opere del dopopranzo, quelle assolate, quando i paesani e i villeggianti dormono. Forse, questo è il motivo del vuoto per le strade, della tanta vita nascosta sotto i tetti, dietro i muri, su cui si spalancano le finestre, occhieggianti, su cui aprono le persiane di un verde luminoso, lo stesso colore dei giardini punteggiati dai fiori color pastello. Ed infatti è giusto puntare il dito sulla tavolozza del pittore: il cielo viola e lilla, il mare azzurro oltremare e turchese, il rosso e l’arancione dei tetti delle case che sono del resto scomposte e ricomposte alla maniera cubista, in una rappresentazione figurativa che ha una base geometrica: il paese ha una pianta rettangolare che va dall’alto in basso e dal basso in alto in un disegno umanistico.
Gli altri quadri, tra i quali non ci sono quelli con le figure, di proposito per portare avanti un discorso prospettivo fatto di panorami, sono costituiti da spiagge di ghiaia e di sabbia, viste in lontananza così da renderle suggestive, il bel promontorio portoferraiese ricoperto di verde sottobosco. Le scogliere sono coperte di verde ma sono anche messe in evidenza con un bianco luminoso, il bianco del nostro granito. L’amore per la natura è evidente nei quadri di Leoni, sia nei paesaggi costieri come in quelli paesani ed esprime il sentimento del pittore nei confronti delle cose e della gente. Diversi i formati, uno solo il filo conduttore: il fascino dell’Isola. Di un lembo di terra che nel suo emergere dal mare è poesia che incanta, è brezza leggera che sussurra agli orecchi di chi sa leggerla sfogliandone gli angoli più caratteristici. E Nevio volentieri si sottomette al rapimento e lascia il cuore, prima ancora che il pennello, libero di esprimere il canto di amore per una terra generosa di emozioni e ricca di bellezza, oltre ogni immaginazione e misura. Succede così di ritrovare la spensieratezza dell’infanzia nelle pennellate che materializzano un pomeriggio d’estate a Punta della Rena. Il tocco leggero, quasi soave, il verde primaverile della vegetazione e la delicatezza della piana che si allunga ai piedi del Volterraio rievocano vecchi ricordi. Immagini di una dimensione di Isola che sopravvive all’incalzare della modernità e che Nevio trasmette bene anche nel disegno pulito del centro storico di Portoferraio.
Nel caso del “Cotone” di Marciana Marina l’artista riesce a rendere l’unicum di un ambiente dove architettura dell’abitato e architettura della natura si fondono in un abbraccio meraviglioso. Anche quando supera se stesso con il rosso sfacciato e le persiane celesti, non oltrepassa mai i limiti dell’equilibrio delle forme e dell’armonia dei colori. Anzi, è proprio il ricorso ad accostamenti cromatici improbabili e sfrontati a permettergli di esaltare il contesto naturale e ambientale dell’Elba. “Dal mare, il ritorno” è l’apotesi della lirica pittorica di Leoni. È la traduzione sulla tela del sussulto di ogni elbano all’ingresso nella rada di Portoferraio. È il volo del gabbiano al ritorno sullo Scoglio. È una preghiera in lode e gratitudine al disegno sublime di Madre Natura, e all’ingegno di Cosimo I de’ Medici che cinquecento anni fa ne ha saputo interpretare la grandiosità, legando in maniera indissolubile la città alla scogliera, alle agavi, al mare, al vento, al sole. E poi Lo Scoglietto. Dal mare però, con la città medicea alle spalle. Spalmati su di una distesa di blu indecifrabile, i lastroni rocciosi sono sfogliati uno ad uno, come un vecchio libro per leggerne anche la più piccola striatura e ricostruire la bellezza cromatica di una stratificazione geologica che è più di uno scoglio in mezzo al mare, è un monumento della natura tra i più cari ai portoferraiesi.
L’articolo, pubblicato nel magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2023/2024, è stato scritto dal Prof. Angelo Ghilardi che è stato Docente dell’Accademia di Brera nonché scenografo di Gianfranco Ferré, suo cugino.