L’Elba dei colori e delle forme di NEVIO LEONI
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Nel 1966 Italo Bolano aveva un grande sogno per Portoferraio e per la sua Isola: la creazione di un Museo d’Arte moderna con le donazioni di opere di artisti internazionali, anche famosi, che venivano a scoprire l’isola e che lui riuscì a convogliare in una mostra di arte astratta nel Circolo di Carpani a Portoferraio.
L’allora International Art Center era nato da poco in un podere del padre, abbandonato per la crisi dell’agricoltura. Su una targa in ceramica posta all’ingresso vi si leggeva: «È un luogo dove artisti e pubblico possono incontrarsi, discutere, lavorare, dove tutti possono organizzare manifestazioni culturali comprese quelle teatrali. È un luogo inoltre dove l’uomo, avendo conosciuto i suoi limiti, cerca l’incontro con i suoi simili e, meditando sulla natura e sull’arte, può iniziarsi alla conoscenza». Era il programma culturale di questo museo senza pareti né confini, nato dal genio creativo dell’artista, dall’amore per l’arte e per la sua terra. A quella mostra parteciparono astri nascenti quali il tedesco Emil Schumaker, divenuto uno dei massimi espressionisti astratti tedeschi, Nina Melova, Lasar Galpern, Ferdinando Chevrier, Edna Howe e altri nomi del panorama artistico dell’epoca. Questi artisti, che frequentavano il neonato Centro culturale, lasciavano in dono al padrone di casa una loro opera. Ammontano ad una trentina i lavori su tela e carta che Bolano intendeva esporre in un Museo cittadino, per l’epoca idea forse prematura perché troppo “avanzata” per essere compresa. In seguito Italo Bolano è diventato uno dei più importanti espressionisti astratti della nostra epoca, esponendo la sua arte nei più importanti palazzi storici e gallerie d’Italia e d’Europa. In un’Isola che timidamente iniziava ad aprirsi al turismo, nella valle di San Martino, a due passi da Villa Demidoff, residenza di campagna di Napoleone durante il suo esilio all’Elba, Bolano impegnò quindi tutte le sue energie fisiche, economiche ed intellettuali nella costruzione di quello che oggi, a distanza di oltre 50 anni, è divenuto l’ “Open Air Museum Italo Bolano”, uno dei “sentieri dell’Arte” della Regione Toscana e unico in provincia di Livorno. I tralci di vite del podere abbandonato hanno lasciato il posto a pini marittimi enormi e ad una rigogliosa vegetazione mediterranea che fa da contorno a trenta monumenti in ceramica, acciaio e vetro dallas, con un teatro all’aperto, una fontana a forma di onda e un’area per proiezioni e conferenze all’aperto. Un luogo magico, un pò selvaggio, quasi un’isola nell’Isola; un luogo fuori dal tempo dove si respira arte e passione per l’armonia e per il bello.
Il “Museo Open Air” è corredato da una scuola di ceramica dove tutti possono realizzare in poco tempo un oggetto con una tecnica giapponese “veloce” e spettacolare, che armonizza acqua, aria, terra e fuoco, permettendo di portare a casa un ricordo elbano realizzato con le proprie mani: la scuola di ceramica Raku. Dai laboratori sperimentali del Centro sono nate le opere che costituiscono il “Museo Diffuso d’Arte Contemporanea all’aria aperta”, che Bolano ha realizzato a partire dagli anni ‘70. (vedi Elba Per2 – 2016/2017 N.7). L’Elba è divenuta così l’unico esempio in Italia di un’Isola “arredata” e decorata da un artista che, con non poche difficoltà economiche, ha realizzato un percorso d’arte che tocca aspetti, fatti storici, personaggi noti e meno noti di questo incomparabile territorio. Per trovare un altro Museo Diffuso su un’Isola bisogna volare a Lanzarote, dove un altro artista isolano, César Manrique, ha decorato il suo scoglio vulcanico e brullo trasformandolo in una vera attrazione d’arte internazionale.
Finalmente anche il tempo del Museo di Arte Moderna Italo Bolano per Portoferraio è ormai maturo: grazie alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale, che ha messo a disposizione lo spazio, e al mecenatismo dei galleristi Franco Carena e Alessandro Capato (Art Gallery La Luna di Borgo San Dalmazzo a Cuneo) che hanno fornito le installazioni, il 10 giugno scorso è stato inaugurato il primo nucleo di questo Museo. Nella cornice medicea del Forte Falcone (recentemente restaurato dal Comune) luogo dal panorama mozzafiato, il primo nucleo di 10 opere in ceramica donate dal Maestro Bolano sono in mostra temporanea, in attesa di reperire una sede idonea ad accogliere permanentemente anche gli altri lavori promessi dall’artista: tele, grafica e ceramiche, oltre alla raccolta delle 30 opere di artisti internazionali. Altri artisti amici di Bolano sono pronti a donare loro opere per incrementare questo nuovo Museo, proposta culturale innovativa e moderna che si rivolge alla città e al turismo internazionale.
Concludo con le parole dell’artista, scritte di suo pugno su un libro in ceramica situato al centro del parco di San Martino, quasi una sorta di “testamento spirituale” più attuale che mai: «Ars longa vita brevis: in questo paesaggio che è Arte, come una ninfa meravigliosa, fuggitiva, non mi sono accorto che la vita correva, più veloce di entrambi. Se qualcuno, con amore, continuerà la mia opera, anche io come l’antico poeta “non morirò tutto” – Italo Bolano 1991».
L’articolo, pubblicato nel magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2017/2018 , è stato scritto da Alessandra Ribaldone.