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Paul Klee, artista poliedrico che ha sempre unito la passione della pittura a quella della musica, era un uomo alla perenne ricerca dell’armonia che da questi linguaggi poteva scaturire, partendo dall’osservazione attenta della natura e dall’ascolto intimo e puntuale di tutte le sensazioni che da essa poteva trarre un artista della sua sensibilità. Nato a Berna nel 1879 da genitori musicisti, Klee ha sempre amato la musica quasi quanto la pittura. Gli piaceva l’Italia per la sua arte (si interessò particolarmente agli artisti medievali precedenti a Donatello e Masaccio) ma anche per i paesaggi e per i colori mediterranei. Compì diversi viaggi nel nostro paese e, durante uno di questi, nell’autunno del 1926, dopo essere passato da Firenze e Pisa, raggiunse l’isola d’Elba. Sappiamo da poche righe dei suoi appunti che si imbarcò a Livorno per Portoferraio sul Piroscafo Guerrazzi, dove gli fu scattata una bella foto mentre l’imbarcazione procedeva all’altezza della punta del Cavo. (inserire foto su piroscafo) Per Klee furono questi gli anni di un’espressione che potrebbe essere definita come astrattismo figurativo. Infatti nelle sue opere possiamo spesso identificare elementi descrittivi che rimandano al dato figurativo, al dato naturale, dal quale è stato colpito.
Giunto a Portoferraio, Klee prese alloggio a Villa Ottone (inserire foto di Klee in accappatoio sulla spiaggia di fronte alla villa). Da qui iniziò ad esplorare l’isola. Andò lungo la costa e attraversò gli affascinanti, forse per lui misteriosi, percorsi che conducevano nell’interno fino a scollinare e trovarsi sorpreso e rapito da nuovi, impensabili paesaggi, ai quali il colore della roccia, dell’acqua e della diversa esposizione alla luce donavano varie colorazioni. È questa una delle magie dell’isola: apparire sempre diversa eppure sempre parte di un tutto armonico dove la natura che varia crea complementarietà percettive irripetibili, difficilmente narrabili. Tutto questo, che anche oggi è visibile percorrendo a piedi il G.T.E. (Grande Traversata Elbana), deve aver trovato davanti a sé Klee quando ha intrapreso l’esplorazione dell’Elba. (foto di parti del tragitto)
Le opere che Klee realizzò dopo il soggiorno elbano sono una decina e mostrano tutte un richiamo al dato naturale che un osservatore attento, conoscitore dei luoghi, coglie facilmente. Concepite e appena accennate sul posto, queste opere furono tutte realizzate in seguito, in Germania. I colori sono quelli luminosi del Mediterraneo, memorizzati nelle giornate tranquille e limpide di cui l’isola è prodiga. Giornate di scoperte e di rivelazioni lungo i sentieri, ricchi delle piante e degli odori tipici dei boschi di pini, lecci, acacie, eucalipti e perfino castagni; giornate trascorse tra gli odori intensi di rosmarino, mirto, menta, lavanda, finocchio… Odori, colori e musicali silenzi che lo hanno condotto anche nei borghi alti dell’isola dove il mare si vede stupendo e lontano, costruiti per difendersi dalle scorrerie dei pirati. Sono i paesi di San Piero e Sant’Ilario, rimasti anche oggi quasi immutati nel tempo, piccoli presepi di case che hanno il colore della roccia, così descritti da Klee nei suoi appunti: «In alto i due borghi più caratteristici dell’Elba, San Piero e Sant’Ilario. Che sguardo! Radicati alla roccia aspra. Immobilizzati come da un fenomeno di pietrificazione. Le case grigie di forma cubica appaiono generate dalla montagna di granito». (foto vecchie e nuove dei due borghi) È con le piante raccolte durante queste escursioni che nasce Il foglio d’erbario che Klee pressò nel 1931. (foto dell’erbario se esiste, oppure foto di alcune delle piante nominate). L’opera più conosciuta, forse anche più rappresentativa, della produzione elbana è La fortezza sulla scogliera, un acquarello del 1927. (immagine del quadro) Si tratta di Portoferraio, riconoscibile anche se sublimata nell’astrattismo di una composizione e scomposizione di linee e di colori che la rendono quasi un “Arlecchino festoso”. Altri lavori molto noti sono i bellissimi disegni a penna riferiti al golfo di Portoferraio preso da un’angolatura che ci mostra le ciminiere fumanti degli altiforni, attivi fino alla seconda guerra mondiale, e la località Magazzini, il paese di Rio nell’Elba, Capoliveri e Porto azzurro, o come si chiamava allora, Portolongone, sovrastato dalla sua maestosa fortezza-carcere, costruita per difendere la costa dalle leggendarie incursioni del corsaro Barbarossa. (foto di alcuni disegni) Tutto questo ha elargito l’isola al grande artista e mi piace concludere questo mio breve articolo con le parole che Klee stesso ha scritto nei suoi appunti: «Due settimane ho trascorso sulla più bella isola del mondo. Che pace ora nel golfo di Portoferraio. Adesso conosco il silenzio delle coste dell’Elba, ove non suona altra voce che quella del vento e del mare».
L’articolo, scritto da Luca Razzauti, è stato pubblicato nel magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2022/2023.