Simone Velasco Campione d’Italia
4 Ottobre 2023Il fascino selvaggio dell’Isola di Capraia
6 Ottobre 2023Abbarbicato sulla parte alta del paese di Poggio, si impone solitario un antico edificio stretto da “barbacani”[1] di rinforzo e avvolto in tutto da un vigoroso manto di rampicante che, nelle stagioni, assume colori che solo la natura sa stendere in sapiente cromatismo con tonalità che vanno dalla brillantezza di un verde intenso al giallo bruno “ocrato”. Il massiccio maniero sin dal XVIII° secolo appartiene ai Conti Mannucci che si fregiano del titolo di “Alfiere di Corte” regnanti i Ludovisi Boncompagni per la Grazia di Dio Principi di Piombino e Venosa, Marchesi di Vignola e Populonia, Signori di Scarlino, dell’Isola d’Elba, di Monte Cristo e della Pianosa. Poi negli anni del secolo scorso entra in proprietà di Giulio Moneti che assieme a Paradisa Anichini, i miei nonni materni, ne fa la propria abitazione dove, assieme ai miei genitori Ilvo e Corrada, poi vi trascorrerò tutta la mia infanzia e la mia gioventù. A ridosso della fine degli anni 1940 mio nonno, con lo spirito pioneristico e imprenditoriale che lo contraddistingueva, afferra la possibilità di rinascita dalle macerie dei bombardamenti subiti, che l’Elba può avere con un turismo ancora a divenire, e decide così di destinare parte della grande abitazione anche ad albergo. Nasce l’Albergo Monte Capanne che sarà il primo a vocazione turistica e ospiterà, nel tempo, illustri personaggi del mondo delle Arti, della Cultura e della Politica assieme all’Hotel Fonte Napoleone che qualche anno dopo sarà attivato dall’altro pioniere del turismo elbano Beppino Cacciò che viene a ristrutturare il prestigioso, ma dismesso, palazzo coppediano di Pilade del Buono. E da allora la mia infanzia è plasmata dal “contatto” con personaggi come Winston Churchill, Greta Garbo, la Duchessa di Sutherland o da pittori come Felice Carena, Enrico Paolucci, Giorgio De Chirico che nel piccolo slargo antistante l’albergo e destinato a ristorazione all’aperto vengono discutendo di cultura tra loro dilettandosi a ritrarre mia madre, “la bella Corrada” come scherzosamente la chiamano. Tra il profumo intenso dei lillà e delle “viole a ciocche” e nelle calde serate agostane io bambino là ho succhiato il “latte dello Stupore e del Bello”. Poi la mia strada mi porta altrove e mi fa intraprendere tutt’altra carriera da quella indirizzata dai miei nonni e da i miei genitori; sono diventato architetto, regista teatrale e scenografo della cui disciplina vengo nominato Ordinario di Cattedra nell’ Accademia Albertina di Torino prima, e poi nell’Accademia di Belle Arti di Roma. Altro destino non ha il “Monte Capanne” se non quello di essere preso in gestione da altri. Solo dopo moltissimi anni ne torno in pieno possesso ma come un macigno me lo ritrovo, perché è così che lo sento, non potendovi fare l’attività per la quale oramai è conosciuto e, tantomeno, metterlo in vendita per i troppi ricordi che tra quelle mura ancora si annidano. Come Marcel Proust scrive la monumentale “Recherche” per i ricordi suscitati dal profumo di una petite madeleine immersa nel tè di tiglio, così mi trovo nella condizione di salvare quelle mura solo per il profumo del pane che mia nonna là cuoceva nel forno settecentesco e che, ancora, esalta le antiche pietre e le silenti stanze.
Ho vissuto per oltre quarant’anni nelle Accademie e le Accademie le conosco e so cosa sono; per questo e altro ho ritenuto destinare quegli spazi di vita vissuta ad un’Accademia e non delle Belle Arti, ma del Bello per trasformare “la bruttura in bellezza, l’inutile in fantastico, il bistrattato in meraviglia”. Bello come rafforzativo di bellezza e rivolto a quell’anìmula vagula e blandula che ognuno di noi porta nel più profondo di se stesso, nelle anime sensibili come quella del principe Myškin al quale Dostoevskij fa recitare come sarà la bellezza a salvare il mondo, oggi globalizzato e volgente al materialismo assoluto.Bello come animato da quell’intenso amore che riporta al patrimonio della classicità quando a questo termine si associa la spiritualità interiore che in processo di tempo viene a discapito trasferita nella “Bellezza” che richiama più all’estetica esteriore assai più soggettiva di quella intima. Appunto!!! Perché fondare un’Accademia, parafrasando le parole che Marguerite Yourcenar fa pronunciare al suo Adriano, “…è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. Ho ricostruito molto, e ricostruire significa collaborare con il tempo nel suo aspetto di “passato”, coglierne lo spirito o modificarlo, protenderlo quasi verso un più lungo avvenire; significa scoprire sotto le pietre il segreto delle sorgenti…”. Fin qua, come è nata l’Accademia del Bello. Da qua, quello che vi ho fatto e che intendo ancora fare. Ho riaperto i battenti di quest’antico edificio per dare vita a un “Luogo di Arte”, dove il passato dell’Isola venga celebrato per non essere dimenticato, cercando di coltivarvi la bellezza dell’Elba – che in ogni suo angolo brilla e, in modo diverso, come l’Elba storica e povera, delle miniere e degli scalpellini, quella degli angoli più nascosti nel suo Passato e delle particolarità più recondite – e portare alla luce gli aspetti più oscuri che rischiano di sfuggire agli occhi anche degli elbani stessi e come l’Elba ricca di tradizioni e Cultura e di Natura e Ambiente.
Il Bello si nasconde anche nei particolari ed è il motivo per il quale ho esposto mostre su intarsi ai più sconosciuti e bellezze stilistiche degli edifici dell’Isola. Il Bello si ritrova anche in un palo piantato su una piazza e adornato di fiori e fatto diventare scenografia come quella che si ritrova nelle esposte immagini improntate sulle feste popolari e tradizionali dei paesi antichi isolani. Il Bello sta nel dare spazio alle voci di pittori, scultori, scrittori, anime portatrici di arte e poeti per celebrare la loro e la mia identità insulare. Il Bello sta in una chiacchierata vis à vis con quelle “voci” o con un ospite o un personaggio illustre a cui l’Isola ha dato ospitalità e i natali e tra di noi un piccolo bicchiere di aleatico e un cantuccio e qualche decina di sedie intorno per gli amici partecipanti, villeggianti o elbani, e dipende da chi riesce a prenotarsi per primo. E il Bello di questa estate 2022 è nel far illustrare da scrittori e poeti il Bacio raffigurato in dipinti di artisti famosi a cornice di un paese, il Poggio, eletto a “luogo dell’amore”.
L’articolo, pubblicato nel magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2022/2023 è stato scritto da Paolo Ferruzzi, Architetto, Titolare Ordinario della Cattedra di Scenografia teatrale, cinematografica e televisiva presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma.