Un’Elba sacra
10 Ottobre 2023Montecristo
11 Ottobre 2023Narra la leggenda che Giasone, stanco di navigare, fece sosta su una spiaggia dell’Elba per tergersi la fronte dal sudore, macchiando così le immacolate ghiaie e lasciando per sempre il segno del suo passaggio per poi riprendere il lungo viaggio alla ricerca del vello d’oro. Quel che la leggenda non dice, però, è che Giasone, incantato dalla straordinaria bellezza dell’isola e dalla seducente trasparenza del suo mare, si innamorò di questa terra a tal punto, che qui volle rimanere per il resto della sua vita, lasciando che Argo e il suo eroico equipaggio proseguissero nell’impresa senza di lui.
Sì, perché di un’isola, come di una donna sensuale e affascinante, ci si può innamorare e rimanerne così avvinti e stregati da non poterne più fare a meno. E anche la leggenda, talvolta, va letta in senso contrario. Ne era convinto Gaspare Barbiellini Amidei, uno dei tanti grandi personaggi che hanno amato l’Elba, quando scrisse che questa «non è mica un’isola, ma è una patria strana, completa, non separata da null’altro che si possa fare o desiderare». Parole d’amore che solo gli amanti sanno dire. E l’Elba di amanti, fin dagli Ilvates che l’abitarono nei lontani millenni, ne ha avuti così tanti da perderne la memoria. Solo Napoleone, che pur la scelse per il suo breve esilio, volle lasciarla per dar corso alle sue illusorie manie di grandezza. E mal gliene incolse, se poi, come si sa, è andata come è andata. Altri, al contrario del “Grande Corso”, ne furono così attratti da non andar più via, per poi sceglierla come luogo di ispirazione per le loro opere poetiche e letterarie, come Giorgio Faletti, che nella sua ultima struggente lirica ci dice che «c’è una nave da crociera che si muove all’orizzonte e non sa con la distanza la bellezza che ha di fronte». E anche Paul Klee, che volle conoscere l’Elba rimanendone entusiasta e affascinato, nella cartolina inviata al suo amico Will Grihmann non si trattenne dal confessare che «qui è meraviglioso, l’isola è bellissima».
Un’isola intrisa di storia, mito e leggende che non a caso Esiodo volle accostarla, insieme alle altre sei consorelle dell’Arcipelago Toscano, a Venere Afrodite, la dea greca che più di ogni altra rappresenta il simbolo della bellezza e dell’amore. Un’isola da amare e che si fa amare. Per la sua straordinaria varietà di bellezze naturali e luoghi incontaminati. Per la diversità di clima che la fa essere accogliente senza eccessi in ogni stagione. Per la sua storia, la sua cultura, le sue tradizioni, stratificate fra millenarie solitudini ed invasioni, e pur sempre vive nella memoria e negli aneliti di libertà che anima la sua gente, insofferente ai soprusi antichi e anche recenti, ma ospitale e generosa per chiunque la rispetti e sappia abbracciarla. A quest’Isola, tempo fa, ho dedicato alcuni versi che mi sembrano appropriati per esprimere quali sentimenti susciti in chi, come me, da sempre la abita e in coloro che per la prima volta hanno la fortuna di scoprirla e meglio conoscerla:
Se anche Virgilio la ricorda inesausta e generosa di inestimabili ricchezze e Dragut con altri volle più volte depredarla dei beni e della femminile bellezza delle sue donne; e se Cosimo vi eresse le sue inespugnabili fortezze che furon poi degna dimora di Napoleone il Grande quando la scelse per raccogliere le ultime forze nel sogno infranto di un nuovo impero; se questo è quel che racconta la storia e se oggi è desiderio e meta di innumerevoli genti, non è mistero saperla amata da chi la vive come altra vita non saprebbe, la mia isola.
A chi non abbia ancora messo piede su questa terra circondata dal mare, un mio amico è solito dire di “aver finora vissuto invano”. Sarà un’iperbole, ma nemmeno tanto, perché a pensarci bene quel mio amico un pizzico di ragione ce l’ha. Che vita è mai quella, infatti, se almeno una volta non provi l’inebriante estasi di un grande, passionale e unico amore? Quello che può darti l’Elba, e che altrove non c’è.
L’articolo, pubblicato nel magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2023/2024, è stato scritto da Danilo Alessi, ex sindaco del Comune di Rio nell’Elba e autore di molti libri.