Love is Love
28 Novembre 2023Pianosa Dal diavolo all’acqua santa
6 Dicembre 2023Se attorno ci fosse solo mare, a perdita d’occhio, uno potrebbe pensare che il giorno della creazione, Nostro Signore non aveva molta terra con cui plasmare il mondo. E che in fondo ciò che aveva era sufficiente per farci stare tutto quello che serviva: la campagna, le spiagge, le montagne, i frutti, le vigne, i pascoli, le acque pescose. “Ma si, questo può bastare!” Così dev’essere nata l’isola d’Elba: perché non ci fosse bisogno di altro. La Grande Bellezza della natura sta tutta qui in 224 chilometri quadrati a forma di pesce come si confà a chi sta nel mare. Per questo non esiste un’isola d’Elba, ma tante quanti sono gli esseri umani che vi sono nati o che hanno la fortuna di averci trascorso anche solo un giorno. Come in ogni mondo che si rispetti, infatti, ognuno può trovare il suo angolo, il suo spazio, la sua prospettiva: il suo mondo. Da cui altri mondi appaiono e scompaiono. Come Montecristo che sembra giocare a rimpiattino con la costa sud, fantasma nella foschia, e nitida piramide nei giorni più tersi. Come Portoferraio visto dal Volterraio, il castello che ancora vigila sulla baia, da dove le navi, le vele, sembrano modellini. Come Capraia che sta qui a fianco, fedele, selvaggia e presente come un pesce pilota. Come le luci di Macinaggio, in Corsica, che da Patresi, da Sant’Andrea confondi con quelle dei pescatori, quando si è fatto buio, e si è consumato il rosso di tramonti indimenticabili. Come i siti napoleonici, abilmente nascosti alla vista e alla curiosità del turista, spogli e spesso deserti, “sciupio” di possibile attrazione che non trova cura, rimedio. Ah, se ci fosse il generale, questo non lo permetterebbe! Lui che l’Elba la scelse, non vi fu recluso. E ancora viene da chiedersi cosa sia andato a cercare, perché abbia voluto andarsene per un difficile riscatto, quando qui aveva tutto, potere, natura, amanti. Altro che Sant’Elena! La Francia è vicina, a un passo. Ma anche dentro. Con i ricordi dell’Imperatore, certo, e con quella strana coincidenza per cui il 14 luglio, giorno della presa della Bastiglia, si accendono le fiaccole sulla spiaggia dell’Innamorata, a Capoliveri, per ricordare Maria e Lorenzo, il loro amore tenero e sfortunato, il tuffo disperato di lei, lo scialle che resta appeso allo “Scoglio della Ciarpa”.
Tu chiedi e l’Elba risponde. Mio suocero andava a caccia nei mesi morti e a pescare occhiate al tramonto in estate nella baia di Norsi con il suo Canadian spinto da un più che sufficiente quattro cavalli. I miei amici in autunno vanno a funghi, in tanti vanno in bicicletta, a camminare nei sentieri su e giù per i crinali, pensando di essere sperduti in montagna, finché in basso non appare il mare, o anche due mari divisi da una lingua di terra. Antonio Arrighi “culla” l’uva in mare come gli antichi romani, e a Rio la schiaccia è più buona quando è “briaca”. All’Elba ci si sposa, ci si ritrova, si lavora anche da remoto. L’Elba è cultura, ricordo di chi non c’è più, Del Buono, Brignetti, l’amico Gaspare Barbiellini Amidei, con il suo cappello di paglia a larghe tese a passeggio sul lungomare di Marciana o a fare la spesa dal macellaio di Carpani. All’Elba c’è turismo e industria: non serve essere nel centro di Milano per creare, intraprendere, per diffondere gli aromi dell’Acqua dell’Elba o scandire il tempo con la Locman: si può fare anche da Marina di Campo. L’Elba è profumi, colori, il giallo delle ginestre che acceca gli occhi a primavera.
C’è anche il mare, ovvio. Soprattutto! Quando l’isola rischia di affondare nelle settimane di agosto sotto il peso dei turisti. L’hanno capita in tanti. Maldive, Caraibi, Mar Rosso. Tutto bello, per carità. Ma se arrivi a Piombino e prendi un traghetto, fai meno strada e le acque sono altrettanto limpide, brillanti. Sansone, Fetovaia, Lacona. Decine e decine. Sabbia, scoglio, sassi. Per tutti i gusti. Come si addice a un’Isola in cui la vita si concentra. In cui si può e si deve andare in vacanza, a nuotare, ad abbronzarsi. Per carità. Senza pensare, però, che ci sia solo il mare. Perché quel giorno, a due passi dalla costa toscana, Nostro Signore ha deciso che non bastava un’isola. Bisognava creare un mondo.
L’articolo è stato scritto per il magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2021/2022 dal giornalista Gabriele Canè che ha diretto i quotidiani “Il Resto del Carlino”, “La Nazione” e “Il Giorno” ed attualmente editorialista de ” Il Quotidiano Nazionale” nonchè autore di vari libri.